All’Arena di Verona in scena il Nabucco diretto da Daniel Oren
Il maestro: un’emozione parlare della storia del popolo ebraico
Roma, 16 luglio – Dopo la doppia inaugurazione con Cavalleria rusticana/Pagliacci e Aida da tutto esaurito, va in scena il terzo allestimento completamente creato ex novo dal comparto artistico dell’Arena di Verona. Sul palcoscenico arriva il Nabucco, capolavoro di Giuseppe Verdi e opera tra le più amate nella storia del Festival, diretto da Daniel Oren con un cast internazionale.
La storia del popolo ebraico viene riletta attraverso la lente della modernità grazie alle maxi scenografie create in collaborazione con il MEIS, il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara e con il patrocinio del Ministero della Cultura. In scena il 17 luglio con repliche che proseguiranno fino a settembre.
Il dramma narra la distruzione del tempio di Gerusalemme e la deportazione del popolo ebraico col profeta Zaccaria a Babilonia. Il team creativo di Fondazione Arena ha deciso di creare un parallelo tra il capolavoro verdiano e la vicenda travagliata del popolo ebraico in Italia nel Novecento.
Durante la Sinfonia iniziale, un percorso fotografico scorre sui ledwall delle ampie scenografie digitali: si tratta del materiale proveniente dal MEIS di Ferrara, custode di memorie antiche e recenti.
Il maestro Daniel Oren: “Essendo un israeliano e un ebreo penso che è sempre molto emozionante dirigere un’opera che ha a che fare con la storia nostra, la storia degli ebrei. Naturalmente se si parla della Shoah, una cosa che mi emoziona tantissimo e che tocca tutti noi, israeliani ebrei e non solo, da quando nasciamo viviamo e respiriamo in Israele questa atmosfera, un’atmosfera molto pesante. Fa parte di noi, quando abbiamo un’opera come Nabucco ci emozioniamo tantissimo. Ho diretto Nabucco tantissime volte all’Arena di Verona, è sempre un’emozione grandissima”.
A questo affresco storico si intreccia la vicenda romanzata delle figlie di Nabucco: la legittima Fenena e la ferina Abigaille, interpretata da Anna Pirozzi: “Sono giunta a quasi cento recite di Abigaille, conosco molto bene, conosco tutti i suoi segreti, lo affronto con serenità ma sempre in guardia perché è un ruolo vocalmente difficile. Bisogna sapere come risolvere tutti i passaggi. Tornare in Arena dopo la pandemia, è una doppia emozione. Tante emozioni: la mia quasi centesima replica, essere qui all’Arena di Verona, un allestimento nuovo, molto forte, molto toccante. Speriamo di far arrivare tutto al pubblico”.
Protagonista eponimo è il baritono di origini mongole Amartuvshin Enkhbat, voce verdiana acclamata in tutto il mondo, insieme all’altra beniamina areniana Anna Pirozzi, soprano drammatico di agilità nei panni di Abigaille; il basso polacco Rafal Siwek dà voce ieratica a Zaccaria, accanto alla Fenena della giovane Teresa Iervolino e all’Ismaele di Samuele Simoncini. Completano il cast il fido assiro Abdallo di Carlo Bosi, il Gran Sacerdote di Belo di Romano Dal Zovo e la giovane Anna di Elisabetta Zizzo. Con il Ballo, sono in scena numerosi mimi, figuranti, il Coro istruito da Vito Lombardi e l Orchestra diretta da Daniel Oren, che fa il suo ritorno all Arena di Verona dove ha da poco festeggiato le 500 applauditissime serate sul podio.
Nel corso delle otto recite 2021, tutte dirette dal maestro Oren fino al primo settembre, ai cantanti della prima si alterneranno altre grandissime voci internazionali, particolarmente acclamate in questi ruoli verdiani, accanto a talenti emergenti: nel ruolo del titolo i baritoni Luca Salsi, Sebastian Catana, George Petean, come Abigaille i soprani Saioa Hern ndez e Maida Hundeling, come Zaccaria i bassi Vitalij Kowaljow e Michele Pertusi, come Fenena Annalisa Stroppa e Géraldine Chauvet, come Ismaele Riccardo Rados, come Gran Sacerdote Nicolò Ceriani e Elena Borin come Anna.
Repliche: 17, 24 luglio ore 21.00
6, 13, 20, 26 agosto ore 20.45
1 settembre ore 20.45
Redazione ASKANEWS
Roma, 16 luglio 2021
Articolo originale: ASKANEWS – All’Arena di Verona in scena il Nabucco diretto da Daniel Oren