Anna Pirozzi

Soprano

Napoletana doc, Anna Pirozzi è oggi uno dei soprano di maggiore successo internazionale, ma soprattutto è un esempio patente di come non vi sia età per innamorarsi dell’opera e per essa stravolgere la propria vita, affrontare tardivamente studi molto impegnativi ed infine tuffarsi con passione e convincimento in una lunghissima e durissima gavetta di cui oggi gode i meritatissimi frutti in tutto il mondo: fino a 25 anni Anna Pirozzi è stata infatti una virtuosa cantante pop, sostenuta da una voce naturale di rara potenza e da un amore del tutto ricambiato per il canto. Ma non aveva ancora avuto occasione di incontrare il repertorio operistico… Così, vivendo tra pianobar, matrimoni, funzioni religiose e mille altre occasioni, Anna si sente spesso ripetere, poco convinta, che con quel dono naturale dovrebbe iscriversi al Conservatorio. Con l’unico scopo di imparare a leggere la musica, a 25 anni Anna entra finalmente in Conservatorio, età in cui di solito i cantanti d’opera hanno già abbondantemente debuttato. In quel momento scatta l’innamoramento totale e il carattere potente di Anna, la sua determinazione e la scoperta di un nuovo mondo che l’appassiona, mettono a tacere le voci del buon senso che le dicono che è tardi, che non c’è speranza, che il suo momento è passato.

Anna, Abigaille nell’animo, non cede di un millimetro e uscita dal Conservatorio inizia una gavetta lunghissima e faticosissima nei teatri di provincia con piccole orchestre di 10 elementi, trasferte in bus come i turnisti di quel pop che aveva abbandonato per il nuovo amore: 50 euro a recita, una vitaccia, ma anche una grandissima palestra di adattabilità, umiltà, spirito di servizio, resistenza psicologica in scena. “Nessuno tra agenti e direttori artistici mi voleva ascoltare" ricorda Anna “perché ero troppo vecchia, avevo scoperto tardi quale era la mia strada e quindi avevo perso il treno giusto“. Ma Anna non demorde e quando finalmente, all’età di 36 anni, riesce a salire sul primo palco importante al Regio di Torino nel ruolo di Amelia del Ballo in Maschera, è evidente che ha avuto ragione.
A partire da quel momento, in soli 8 anni è stata sistematicamente acclamata in tutti i teatri più prestigiosi del mondo, lavorando con artisti di primissimo piano come Muti, Domingo, Metha, Oren, registi quali Pizzi, Hugo de Ana “Ed è da loro che ho imparato a recitare. A noi cantanti ormai si chiede di saper recitare esattamente come ad attori di prosa, ma non veniamo preparati a questa sfida professionale. I nostri studi si concentrano sulla voce e sulla musica, poi arrivi in teatro e ti vengono chieste interpretazioni attoriali davvero complesse e convincenti, soprattutto a me che interpreto prevalentemente ruoli di donne forti e controverse. Dopo un percorso così lungo e faticoso ero davvero pronta a qualsiasi sfida, soprattutto ero pronta ad imparare da tutti“.

Voce sempre fresca e giovanile anche nei ruoli pesanti e battaglieri che sono il cuore del suo repertorio, peraltro in continua espansione, Anna oggi è una donna serena e consapevole di sé stessa: “Ora anche la mia famiglia è orgogliosissima di me e felice, ma quante volte mi sono sentita chiedere quando avrei finalmente trovato un lavoro vero, come se l’opera per me potesse rimanere solo un passatempo.". E nel lungo silenzio pandemico si è dedicata a sé stessa “Diciamo una remise en forme, ma attenzione, non per obbedire alla richiesta irritante di adeguarmi ad un canone estetico che, parallelamente alla sempre crescente importanza della regia, vuole noi cantanti in linea con i canoni estetici dominanti. Per quelle ragioni non avrei mai rinunciato nemmeno ad un solo piatto di pasta" asserisce, battagliera come la sua Tosca 50 volte interpretata, “così come ho sempre gentilmente, ma fermamente detto di no alle proposte registiche che secondo me non avevano senso e che non mi sentivo di interpretare con il dovuto convincimento. Forse arrivare ai palchi importanti da donna matura e consapevole alla fine invece è servito

Dal primo palco importante nel 2012 al Teatro Regio di Torino nel ruolo di Amelia nel Ballo in maschera, Anna Pirozzi ha inanellato una serie impressionante di debutti di altissima caratura fra cui vale ricordare il Festival di Salisburgo nell’estate del 2013 sotto la direzione musicale di Riccardo Muti nella parte di Abigaille in Nabucco, uno dei suoi cavalli di battaglia, cantato per ben 100 volte sui più importanti palcoscenici del mondo come Arena di Verona, Palau de les Arts Reina Sofía di Valencia, NCPA Pechino, New Israeli Opera Tel Aviv, i Teatri d’Opera di Lipsia e Stoccarda, Berlino, Las Palmas, Menorca, il Festival di Sanxay, Lione, Parigi, Bologna, Firenze, Parma, Palermo, Cagliari, San Carlo di Napoli, Teatro alla Scala e Staatsoper Vienna.

Gli impegni internazionali dal 2016 l’hanno vista debuttare alla San Francisco Opera, al Teatro Real di Madrid come Lady Macbeth a fianco di Plácido Domingo, e all’Opéra de Monte-Carlo; quindi nel ruolo di Turandot in Israele sotto la direzione musicale di Zubin Mehta; Macbeth al Teatro Massimo di Palermo, poi al Regio di Torino, al Edimburgh Festival e Andrea Chenier all’ABAO di Bilbao. Inoltre nel 2018 ha debuttato tre grandi ruoli al Gran Teatre del Liceu come Odabella in Attila, poi Norma all’ABAO Bilbao e Manon Lescaut all’Opera di Liegi. In chiusura di un anno eccezionale ha cantato nel ruolo di Aida al Teatro Real di Madrid.

Sempre nei primissimi anni di carriera si è esibita al Teatro alla Scala, all’Opera di Montecarlo quindi alla Royal Opera House di Londra come Leonora ne Il trovatore, Santuzza nella Cavalleria Rusticana e Lady Macbeth; alla Bayerische Staatsoper di Monaco nelle vesti di Amelia in Un ballo in maschera, all’Opera di Bilbao come Elisabetta I in Roberto Devereux, quindi alla Deutsche Oper di Berlino, Torino, Roma e Lipsia nel ruolo di Tosca; a São Paulo, Bologna e Cagliari nel ruolo di Lady Macbeth; a Roma come Elvira in Ernani; al Teatro San Carlo di Napoli come Santuzza in Cavalleria rusticana, Maddalena in Andrea Chénier e Leonora ne Il trovatore; senza dimenticare Teatro Carlo Felice, Teatro Comunale di Bologna, Parma, Festival di Caracalla, Macerata Opera Festival. Mentre l’ultimo impegno statunitense è stato il debutto nella sua Lady Macbeth al Metropolitan Opera di New York.

Anna Pirozzi collabora regolarmente con i direttori d’orchestra più importanti a livello internazionale quali Riccardo Muti, Zubin Mehta, Nello Santi, Nicola Luisotti, Daniel Oren, Donato Renzetti, Gianandrea Noseda, Francesco Ivan Ciampa, Jordi Bernacèr, Renato Palumbo e Marco Armiliato sui palchi più prestigiosi del panorama mondiale e tiene frequenti masterclass di canto in tutt’Italia. Nata a Napoli, il soprano inizia gli studi vocali presso l’Istituto Musicale Pareggiato della Valle d’Aosta e si perfeziona al Conservatorio “G. Verdi” di Torino.

Napoletana doc, Anna Pirozzi è oggi uno dei soprano di maggiore successo internazionale, ma soprattutto è un esempio patente di come non vi sia età per innamorarsi dell’opera e per essa stravolgere la propria vita, affrontare tardivamente studi molto impegnativi ed infine tuffarsi con passione e convincimento in una lunghissima e durissima gavetta di cui oggi gode i meritatissimi frutti in tutto il mondo: fino a 25 anni Anna Pirozzi è stata infatti una virtuosa cantante pop, sostenuta da una voce naturale di rara potenza e da un amore del tutto ricambiato per il canto. Ma non aveva ancora avuto occasione di incontrare il repertorio operistico… Così, vivendo tra pianobar, matrimoni, funzioni religiose e mille altre occasioni, Anna si sente spesso ripetere, poco convinta, che con quel dono naturale dovrebbe iscriversi al Conservatorio. Con l’unico scopo di imparare a leggere la musica, a 25 anni Anna entra finalmente in Conservatorio, età in cui di solito i cantanti d’opera hanno già abbondantemente debuttato. In quel momento scatta l’innamoramento totale e il carattere potente di Anna, la sua determinazione e la scoperta di un nuovo mondo che l’appassiona, mettono a tacere le voci del buon senso che le dicono che è tardi, che non c’è speranza, che il suo momento è passato.

Anna, Abigaille nell’animo, non cede di un millimetro e uscita dal Conservatorio inizia una gavetta lunghissima e faticosissima nei teatri di provincia con piccole orchestre di 10 elementi, trasferte in bus come i turnisti di quel pop che aveva abbandonato per il nuovo amore: 50 euro a recita, una vitaccia, ma anche una grandissima palestra di adattabilità, umiltà, spirito di servizio, resistenza psicologica in scena. “Nessuno tra agenti e direttori artistici mi voleva ascoltare" ricorda Anna “perché ero troppo vecchia, avevo scoperto tardi quale era la mia strada e quindi avevo perso il treno giusto“. Ma Anna non demorde e quando finalmente, all’età di 36 anni, riesce a salire sul primo palco importante al Regio di Torino nel ruolo di Amelia del Ballo in Maschera, è evidente che ha avuto ragione.
A partire da quel momento, in soli 8 anni è stata sistematicamente acclamata in tutti i teatri più prestigiosi del mondo, lavorando con artisti di primissimo piano come Muti, Domingo, Metha, Oren, registi quali Pizzi, Hugo de Ana “Ed è da loro che ho imparato a recitare. A noi cantanti ormai si chiede di saper recitare esattamente come ad attori di prosa, ma non veniamo preparati a questa sfida professionale. I nostri studi si concentrano sulla voce e sulla musica, poi arrivi in teatro e ti vengono chieste interpretazioni attoriali davvero complesse e convincenti, soprattutto a me che interpreto prevalentemente ruoli di donne forti e controverse. Dopo un percorso così lungo e faticoso ero davvero pronta a qualsiasi sfida, soprattutto ero pronta ad imparare da tutti“.

Voce sempre fresca e giovanile anche nei ruoli pesanti e battaglieri che sono il cuore del suo repertorio, peraltro in continua espansione, Anna oggi è una donna serena e consapevole di sé stessa: “Ora anche la mia famiglia è orgogliosissima di me e felice, ma quante volte mi sono sentita chiedere quando avrei finalmente trovato un lavoro vero, come se l’opera per me potesse rimanere solo un passatempo.". E nel lungo silenzio pandemico si è dedicata a sé stessa “Diciamo una remise en forme, ma attenzione, non per obbedire alla richiesta irritante di adeguarmi ad un canone estetico che, parallelamente alla sempre crescente importanza della regia, vuole noi cantanti in linea con i canoni estetici dominanti. Per quelle ragioni non avrei mai rinunciato nemmeno ad un solo piatto di pasta" asserisce, battagliera come la sua Tosca 50 volte interpretata, “così come ho sempre gentilmente, ma fermamente detto di no alle proposte registiche che secondo me non avevano senso e che non mi sentivo di interpretare con il dovuto convincimento. Forse arrivare ai palchi importanti da donna matura e consapevole alla fine invece è servito

Dal primo palco importante nel 2012 al Teatro Regio di Torino nel ruolo di Amelia nel Ballo in maschera, Anna Pirozzi ha inanellato una serie impressionante di debutti di altissima caratura fra cui vale ricordare il Festival di Salisburgo nell’estate del 2013 sotto la direzione musicale di Riccardo Muti nella parte di Abigaille in Nabucco, uno dei suoi cavalli di battaglia, cantato per ben 100 volte sui più importanti palcoscenici del mondo come Arena di Verona, Palau de les Arts Reina Sofía di Valencia, NCPA Pechino, New Israeli Opera Tel Aviv, i Teatri d’Opera di Lipsia e Stoccarda, Berlino, Las Palmas, Menorca, il Festival di Sanxay, Lione, Parigi, Bologna, Firenze, Parma, Palermo, Cagliari, San Carlo di Napoli, Teatro alla Scala e Staatsoper Vienna.

Gli impegni internazionali dal 2016 l’hanno vista debuttare alla San Francisco Opera, al Teatro Real di Madrid come Lady Macbeth a fianco di Plácido Domingo, e all’Opéra de Monte-Carlo; quindi nel ruolo di Turandot in Israele sotto la direzione musicale di Zubin Mehta; Macbeth al Teatro Massimo di Palermo, poi al Regio di Torino, al Edimburgh Festival e Andrea Chenier all’ABAO di Bilbao. Inoltre nel 2018 ha debuttato tre grandi ruoli al Gran Teatre del Liceu come Odabella in Attila, poi Norma all’ABAO Bilbao e Manon Lescaut all’Opera di Liegi. In chiusura di un anno eccezionale ha cantato nel ruolo di Aida al Teatro Real di Madrid.

Sempre nei primissimi anni di carriera si è esibita al Teatro alla Scala, all’Opera di Montecarlo quindi alla Royal Opera House di Londra come Leonora ne Il trovatore, Santuzza nella Cavalleria Rusticana e Lady Macbeth; alla Bayerische Staatsoper di Monaco nelle vesti di Amelia in Un ballo in maschera, all’Opera di Bilbao come Elisabetta I in Roberto Devereux, quindi alla Deutsche Oper di Berlino, Torino, Roma e Lipsia nel ruolo di Tosca; a São Paulo, Bologna e Cagliari nel ruolo di Lady Macbeth; a Roma come Elvira in Ernani; al Teatro San Carlo di Napoli come Santuzza in Cavalleria rusticana, Maddalena in Andrea Chénier e Leonora ne Il trovatore; senza dimenticare Teatro Carlo Felice, Teatro Comunale di Bologna, Parma, Festival di Caracalla, Macerata Opera Festival. Mentre l’ultimo impegno statunitense è stato il debutto nella sua Lady Macbeth al Metropolitan Opera di New York.

Anna Pirozzi collabora regolarmente con i direttori d’orchestra più importanti a livello internazionale quali Riccardo Muti, Zubin Mehta, Nello Santi, Nicola Luisotti, Daniel Oren, Donato Renzetti, Gianandrea Noseda, Francesco Ivan Ciampa, Jordi Bernacèr, Renato Palumbo e Marco Armiliato sui palchi più prestigiosi del panorama mondiale e tiene frequenti masterclass di canto in tutt’Italia. Nata a Napoli, il soprano inizia gli studi vocali presso l’Istituto Musicale Pareggiato della Valle d’Aosta e si perfeziona al Conservatorio “G. Verdi” di Torino.

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